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Glossario della letteratura giapponese

Ainu: in Ainu significa semplicemente “uomo”, ma viene oramai utilizzato per riferirsi al popolo.

Bakufu (幕府): usato in Giappone per indicare il governo militare durato dal primo XII fino alla seconda metà del XIX secolo. L’ultimo bakufu si concluse con la dinasta Tokugawa
(徳川).

Chise: in lingua ainu, “casa”. Si riferisce ad un tipo particolare di abitazione, costruito in pietra e rinforzato da paglia ed arbusti.

Ekashi: in lingua ainu, “nonno”, “anziano”.

Emishi (蝦夷): gli yamatologi sono ancora incerti riguardo le origini e la discendenza di questo popolo. C’è chi li considera tuttavia antenati degli Ainu o dei Wajin residenti nell’estremità settentrionale dello Honshū. Parlavano un dialetto molto diverso da qualsiasi altro nel Giappone. Ad ogni modo, nelle antiche cronache giapponesi, con il termine “Emishi” o “Ezo” si usava indicare i territori a Nord e i loro occupanti. Entrambi i vocaboli possono avere connotazioni negative (“Barbari del Nord”), e gli ideogrammi che li compongono sono identici, anche se letti in due maniere differenti. Al giorno d’oggi il primo ideogramma (蝦) ha il significato di “gambero” o “aragosta” (ma anticamente forse anche il “Mare a Nord”, poiché quello era il loro habitat), mentre il secondo (夷) ha quello di “selvaggio”.

Ezo (蝦夷): vedi sopra.

Honshū (本州): nome dell’isola principale dell’arcipelago giapponese.

Huchi: in lingua ainu, “nonna”, “anziana”.

Kana (仮名): sillabario giapponese. Ne esistono di due tipi: hiragana (平仮名), usato per indicare le marche grammaticali prive di valore semantico in una frase, e katakana (片仮名), usato per trascrivere termini stranieri o talvolta per evidenziare una certa parola.

Kotan: in lingua ainu, significa “villaggio”.

Itako (イタコ): vengono così chiamate le sacerdotesse shintō (religione autoctona giapponese) non-vedenti nel Nord Ovest dello Honshū.

Iyohaichishi: ”canzoni improvvisate”.

Monogatari (物語): letteralmente, “cose che vengono narrate”, Sono “romanzi lunghi” della tradizione classica giapponese, ne esistono di vario genere. Tutti quanti comunque possono essere classificati come fiction.

Moshir: in lingua ainu, “terra”. “Ainu Moshir” è la “terra dove abitano gli uomini”.

Nihonjin (日本人): letteralmente, “abitante del Giappone”. Designa tutti gli abitanti dell’arcipelago, indipendentemente dalle loro origini.

Ryūkyū (琉球):arcipelago di isole dell’Oceano Pacifico, situate a Sud-Ovest del Giappone.

Shamo: pronuncia giapponese del termine Ainu “shisham”. Può essere usato con valenze dispregiative.

Shisham: in lingua ainu, “vicino”, “confinante”. Sta ad indicare i “vicini” Giapponesi.

Taketori monogatari (竹取物語):un tipo di monogatari, con tematiche fantastiche. “Taketori” significa “Tagliatore di bambù”.

Tanka (短歌): letteralmente “poesia breve”. Tipo di poesia autoctona giapponese, da cui è derivato il più famoso haiku (俳句). E’ composta di 31 sillabe, in strofe di 7-7-5-7-7.

Unwepeker: “fiaba”.

Upashkuma: “racconto di eventi molto antichi (che posseggono un fondo di verità)”.

Wajin (和人): termine che indica i Giapponesi di “Yamato”, ossia abitanti attorno all’area di Nara. Per estensione, si usa per riferirsi alla maggioranza etnica giapponese.

Yaisaman: ”canzoni sugli affetti”.

Yukar: “poema epico”.

Zaibatsu (財閥): grandi imprese commerciali giapponesi. Nacquero a cavallo tra XIX e XX secolo.

Testo tratto dalla tesi di laurea di: Valentina Vignola.