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Il fascino del sake (nihonshu )

ojoo sake junmai sakeoghin sake Ormai da decenni nel nostro Paese il significante sake` denota presso la stragrande maggioranza della popolazione una bevanda alcolica calda al gusto di riso servita nei ristoranti giapponesi o cinesi in piccoli recipienti di ceramica. Gli appassionati di cultura giapponese hanno forse appreso che sake è termine generico per tutti gli alcolici e che il cosiddetto “vino di riso” viene con più precisione chiamato nihonshu , ovvero “alcolico giapponese” (per eccellenza). Spetterà a storici, filologi ed archeologi stabilire se esso sia veramente un prodotto originario di Yamato o non sia un ennesimo esempio di merce importata dalla Cina in epoca protostorica; noi possiamo affermare con certezza che il grado di affinamento e differenziazione raggiunto dal nihonshu nell`arcipelago non ha eguali in paesi (Cina e Corea) che producono bevande simili, rientranti nella più ampia categoria che ingloba tutti gli alcolici al mondo ricavati dalla fermentazione del riso (seishu in giapponese).maika sake
Importantissimi nel determinare il valore del nihonshu sono tre elementi: qualità del riso utilizzato (sakamai), percentuale di levigazione o purezza del riso (seimaibuai) e qualità (morbidezza) dell`acqua. Al Lucca comics di quest`anno sarà mio compito illustrare al meglio i complicati processi produttivi, le differenze tra le varie categorie del “premium sake” (vi assicuro che con ogni probabilità non è quello del ristorante cinese sotto casa) e far degustare alcune delle nostre “perle”, provenienti dalle prefetture di Ibaraki, Fukushima e Hiroshima, vere e proprie terre sante del nihonshu.
Vi aspetto numerosi!


Il sake degli otaku approda in Europa


sake degli otakuLe nuove generazioni del Sol Levante sono sempre più caratterizzate da un forte sentimento di ammirazione per tutto ciò che è occidentale. L`amore per i grandi vini ne è un esempio lampante: l`immagine hollywoodiana della tipica coppia in accappatoio che sorseggia in camera da letto un vino rosso d`annata suscita un senso di inadeguatezza ed inarrivabilità tra i giovani nipponici. Se si chiede ai ragazzi di città, quelli brulicanti nei locali “in” di Roppongi o Shinsaibashi, che cosa pensino del nihonshu (sake) ci si sentirà rispondere con buona probabilità che è roba da vecchi e da campagnoli, tutt`al più da regalare a babbi e nonni… I produttori e i commercianti di sake stanno cercando con tutte le loro forze di invertire questa tendenza, attraverso due approcci: il tentativo di “svecchiamento” del prodotto sul mercato nazionale e l`assidua ricerca di riconoscimento all`estero. Ichimura Sakae, imprenditore 50enne della prefettura di Ibaraki, ha deciso di adottarli entrambi per portare il nihonshu all`attenzione dei giovani di tutto il mondo: la nuova categoria del moeshu rappresenta il fulcro del progetto di TOMU, che ha ingaggiato designers esperti di quella “cultura moe” dei giovani otaku di Akiba per conferire alle bottiglie il singolare fascino di Ojo, Ogin e Maika, le “fatine del sake”, senza però dimenticare di affidarsi a premiati produttori per mantenere livelli eccelsi di qualità del “contenuto”. Un superbo nihonshu da bere e involucri da collezionare. Per averli basta contattare l’associazione Ochacaffè, che vi potrà anche aiutare organizzando degustazioni guidate!
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Matteo Scaravelli
Export manager di TOMU