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  “Quando tocchiamo l’anima del legno,
E’ come incontrare un vecchio amico.
Una volta eravamo un cosa sola”.

Kenji Matsumoto

Il Giappone
Situato all’incrocio di tre placche continentali, il lungo, stretto e montuoso paese del Giappone è famoso per i suoi terremoti (jishin), le onde di marea (tsunami), e un’intensa attività vulcanica (kazan). Quest’ultima è responsabile della terra fertile del Giappone.
La sua posizione, al nord del Tropico del Cancro, è ciò che causa le quattro distinte stagioni (shiki) del Giappone: primavera (haru), estate (natsu), autunno (aki) e inverno (fuyu), ognuno dei quali ha simboli ben distinti e celebrazioni uniche.
Mentre il clima predominante del Giappone è temperato, l’estensione Nord-Sud del paese (Latitudine da 28° a 45° N) provoca grande variazione climatica. Nelle zone del Nord, l’inverno può arrivare a -30° Celsius, mentre l’estate nel Sud del Giappone, di solito, sale sopra i 35° C.
In aggiunta, c’è alta umidità durante l’anno a causa dell’umidità circostante, proveniente dal mare del Giappone e dall’oceano Pacifico. Per tutti questi motivi il Giappone manifesta una grande varietà di vegetazione. La combinazione di tutti questi elementi ha creato un paesaggio di impareggiabile bellezza naturale.

La Filosofia Giapponese
Il popolo giapponese ha sviluppato istintivamente un senso raffinato di grazia ed estetica per la bellezza naturale circostante e perciò, cercare di avvicinarsi alla natura è l’obiettivo finale nelle arti e nell’architettura giapponese.
Nel mondo occidentale la sistemazione di Dio, Uomo e Natura segue una gerarchia verticale, dove Dio occupa il massimo grado e la Natura il posto più basso, con l’Uomo situato nel mezzo. Al contrario, i giapponesi credono che l’Uomo e la Natura siano uguali, esiste cioè una visione orizzontale.
Inoltre, c’è un fortissimo senso di solidarietà percepita tra Natura e Uomo. Ad esempio i giapponesi nella loro tradizione shintoista credono che ogni creatura vivente, sia pianta o animale, abbia un’anima e sia perciò meritevole di venerazione.
Questa attitudine si estende anche alle creature con i quali i giapponesi si mettono in contatto. Per esempio, c’è una cerimonia che onora il bruco del Bombyx mori, esiste anche un proverbio giapponese sul baco da seta traducibile come segue:
‘Un insetto di seta, un’anima metà insetto di setto, metà anima’(oppure ‘Anche un insetto di un pollice ha cinque-decimi di un’anima.’)
Addirittura lo scarafaggio comune domestico viene rispettosamente indirizzato come ‘gokiburi-san’, con il suffisso, san.

Wabi-Sabi, l’estetica giapponese 侘 寂
Tradizionalmente il popolo giapponese riconosce e apprezza la bellezza in oggetti semplici e ordinari, un concetto definito come Wabi-sabi. Può essere tradotto come “semplice quiete” (wabi), ed “elegante semplicità”, (sabi). E’ un’idea estetica che si fonda sull’accettazione della transitorietà, e che riconosce tre semplici realtà: niente dura, niente è finito, niente è perfetto. Wabi-sabi viene approfondita nel sentire un senso di serena malinconia ed un desiderio spirituale indotti nello spettatore da un oggetto.

Falegnameria in Giappone
Il legno per i giapponesi è sempre stato un materiale di estrema utilità, una parte essenziale della vita giapponese per secoli. Questo materiale, a causa della forte presenza di boschi e foreste in Giappone (più del 70% del terreno), viene usato in un’ampia gamma di applicazioni, tra le quali la costruzione di ponti, edifici, utensili da cucina, e nell’artigianato specializzato in legno, come per statue e sculture religiose.

Il tirocinio di un falegname giapponese mette in risalto non solo le sue conoscenze e la sua abilità, ma anche una forte e necessaria intuizione per capire “la personalità del legno”. Infatti lo sviluppo e la raffinatezza di questa abilità intuitiva è considerata essenziale per ogni falegname giapponese, e è qualcosa che si acquisisce durante tutta la vita.

La falegnameria giapponese è figlia di un amore e rispetto profondo per il legno come organismo. Il falegname giapponese presta attenzione ai minimi dettagli, quasi impercettibili, del legno di cui si occupa: la località e l’altitudine dove l’albero è cresciuto; l’orientazione dell’albero sul terreno; la parte dell’albero da dove viene il legno usato; persino la direzione delle venature.
L’artigianato giapponese segue molte regole non scritte. Per esempio usare la radice dell’albero per creare lo strato d’usura di un pezzo di mobile sarebbe un grave errore; il legno preso dal lato meridionale dell’albero può essere usato solo nella parte meridionale della casa; se l’albero si trovava nel lato settentrionale della montagna il suo legno potrebbe essere usato per la costruzione della parte nord della casa, e così via.
Quando il boscaiolo giapponese abbatte un albero per usarne il legno, esprime nello stesso istante reverenza e gratitudine verso l’albero, e sincere scuse per il dolore causato. Nel passato i boscaioli del Giappone avevano una massima: “Il cacciatore può istantaneamente uccidere un animale, però noi uccidiamo l’albero poco a poco”.

Articolo tratto da:
http://www.japaneseartfurniture.com/japanese_furniture.html
Scritto dall’artista/artigiano del legno Kenji Matsumoto