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Possibili lavori

uomo d'affari giapponese

Questa sezione offre una panoramica delle opportunità d'impiego più comuni offerte agli stranieri (nel nostro caso, agli italiani) dal mercato del lavoro giapponese; se siete intenzionati a vivere un'esperienza lavorativa in questo paese, leggere questo articolo potrà fornirvi un primo orientamento, nonché validi spunti di riflessione; sarà bene integrarli con l'esperienza diretta di stranieri già residenti in Giappone, e col bagaglio d'informazioni fornite dalla letteratura specifica e da internet: fate sempre attenzione all'attendibilità delle fonti consultate!
Un consiglio universalmente valido, in fase di ricerca di un posto di lavoro, è quello di portare sempre con sé un biglietto da visita; lo scambio dei biglietti da visita, in Giappone, è una prassi consolidata. C’e` la possibilita’, quando allungherete la mano per presentarvi, che il potenziale datore di lavoro vi consegni un biglietto da visita, e state pur certi che si aspetterà che ricambiate il favore. Insomma, assicuratevi di non partire per il Giappone alla ricerca di lavoro senza una buona scorta di biglietti da visita.
Ma vediamo più da vicino una serie di professioni spesso additate come “opportunità” per uno straniero che intenda lavorare in Giappone.

INSEGNANTE DI LINGUA ITALIANA:

L’italiano e` una lingua abbastanza studiata in Giappone, ed è per questo motivo che, per un Italiano alla ricerca di occupazione, quella di insegnante di lingua è forse l'opzione professionale più scontata. Il possesso di una laurea non costituisce un prerequisito per l'accesso alla professione di insegnante, specie nelle scuole private, sebbene spesso sia necessaria all'ottenimento di un visto di lavoro; Per lavorare come insegnante non occorre nemmeno aver sostenuto dei corsi per l’insegnamento di una lingua straniera. insegnante
Il datore di lavoro tende spesso ad assumere l'insegnante di lingua più sulla base di criteri quali personalità, entusiasmo, espansività e bell'aspetto, che sulla base delle“qualifiche su carta”: è il caso di dire che l'immagine, in questo caso, vale quanto o più della sostanza.
Il colloquio di lavoro sarà dunque utile al datore di lavoro per guardarvi in faccia, farsi un'idea sul vostro aspetto, il tono della vostra voce, la vostra spigliatezza...
Come fare per essere assunti, dunque? E` necessario inoltrare curriculum vitae al direttore della scuola o al responsabile del personale, meglio se corredato da una foto. Attenzione al biglietto da visita. Se poi conoscete davvero bene l’inglese, le opportunita’ aumentano a dismisura: gli insegnanti di inglese sono molto richiesti.
Quella di insegnante è una professione piuttosto prestigiosa, ma non sempre davvero redditizia.
Per sua stessa natura, infatti, l'impiego di insegnante non occuperà più di qualche ora al giorno, a cui andranno sommati tempi e costi di trasporto. Il lavoro di insegnante si riduce spesso, così, a mera “occupazione ausiliaria”, da integrare ad altre attività maggiormente remunerative.

CUOCO:

Visto il boom che vive in Giappone, quello della ristorazione italiana è un settore che, potenzialmente, offre svariate possibilità occupazionali. Per lavorare come cuochi in Giappone, tuttavia, è necessario dimostrare il possesso di una certa professionalita`. I pochi cuochi italiani impiegati in Giappone lavorano spesso nei ristoranti più rinomati, e sono molto ben remunerati. La conoscenza della lingua Giapponese non costituisce, di per sé, un requisito fondamentale; certo, una discreta conoscenza per lo meno della lingua inglese è importante.

CAMERIERE:

Il lavoro di cameriere e’ piuttosto semplice, e consente un guadagno abbastanza dignitoso. Ci sono addirittura insegnanti di italiano professionisti che diventano camerieri, perche` meglio pagati, e questo dipende soprattutto dalla possibilità di lavorare più ore consecutivamente. Capita pero’ anche il contrario: molti camerieri, soprattutto per ragioni di prestigio professionale, diventano con successo insegnanti di lingua. Il cameriere italiano e` tuttavia una rarita`, e la ragione è sostanzialmente la concorrenza degli stessi giapponesi; le leggi sul lavoro giapponesi, infatti, tutelano fortemente la forza lavoro nazionale, e rendono estremamente difficile l'assunzione di lavoratori stranieri per professioni non specializzate. Nonostante ciò, a patto di trovare un ristorante italiano disposto ad assumervi (solo a Tokyo ce ne sono migliaia), intraprendere questa professione non dev'essere poi così complicato. Non occorre nemmeno un'ottima conoscenza della lingua giapponese, e fare esperienza in questo campo potrà sicuramente aiutare anche sotto il profilo dell'apprendimento linguistico, dato il prolungato contatto con la clientela giapponese.
Se avete già maturato qualche esperienza nel ramo della ristorazione, la ricerca di questo tipo di lavoro sara’ piu’ forse più agevole: non dimenticate curriculum e biglietti da visita!

IMPIEGATO:

Esistono molte società italiane con sede in Giappone (spesso a Tokyo); questo è vero soprattutto per il settore della moda e per la ristorazione, da sempre “ambasciatori” del tanto nominato “made in Italy”. Essere assunti come impiegati da aziende italiane è forse la via più sicura per vivere un'esperienza lavorativa di medio o lungo termine in Giappone. Le opportunità, tuttavia, non fioccano, e spesso sono limitate a stage formativi di pochi mesi, il cui compenso si limita a striminziti rimborsi spese ( e talvolta nemmeno quelli).

impiegato

In questo specifico caso, un'ottima conoscenza della lingua giapponese, ed il possesso di una laurea quinquennale, costituiscono spesso requisiti determinanti; puntando all'impiego presso un'azienda italiana, sarà al mercato del lavoro italiano, ed alle sue dinamiche, che bisognerà cioè far riferimento.
Un discorso a parte va fatto per le aziende giapponesi: essere assunti come impiegati in un'azienda giapponese è estremamente difficile, e richiede, come al solito, il possesso di competenze specifiche, che giustifichino l'assunzione di uno straniero in luogo di un giapponese.
Vanno poi prese in considerazione le difficoltà di natura culturale cui un ambiente lavorativo di questo genere sottopone: Il web è una fonte preziosa (anche se spesso non del tutto affidabile) di esperienze e resoconti in prima persona, che possono aiutare a farsi un'idea sulle diversità e peculiarità dell'ambiente lavorativo in questione: dai diversi (e spesso più stressanti) ritmi di lavoro, alla deferenza per la gerarchia interna all'azienda, all'importanza dell'anzianità sul merito....
Una cosa è certa: un'ottima padronanza della lingua giapponese costituisce il prerequisito fondamentale per l'ottenimento di un impiego di questo genere.

APRIRE UNA PROPRIA ATTIVITÀ IN GIAPPONE:

In molti avranno pensato, magari senza prendersi troppo sul serio, di aprire un'attività commerciale in Giappone, magari nel settore della ristorazione, o dell'insegnamento delle lingue, o, perchè no, nel importazione e vendita di prodotti italiani.
La tematica è davvero sconfinata, e spazia da aspetti puramente legali, a quelli culturali ed ambientali.
Converrà dunque cominciare con l'elencare le peculiarità (vere o presunte) del Giappone rispetto ad un qualsiasi altro paese, magari occidentale.
uomo d'affari

Un mito da sfatare è quello che vuole il Giappone un paese (anzi, un mercato) governato da leggi e sistema giuridico estremamente differenti dai nostri, o da quelli di un qualsiasi altro paese occidentale. Ebbene, il Giappone presenta un apparato legislativo di altissimo livello, tecnicamente più avanzato del nostro e maggiormente rispondente agli standard internazionali. Ciò vale per il diritto del commercio interno quanto per quello internazionale. Questo per dire che, dal punto di vista strettamente legale, aprire un'attività imprenditoriale in Giappone è addirittura più facile di quanto non possa esserlo nel nostro paese, anche per il minor grado di “oppressione” burocratica e di imposizione fiscale, e, non ultimo, per l'altissimo livello di competenza tecnica dell'apparato giuridico giapponese. Si può insomma affermare che il Giappone presenta un “rischio paese” davvero basso, dovuto alla certezza normativa, all'efficacia dell'azione di risoluzione delle controversie giuridiche, alla snellezza delle impellenze burocratiche legate all'attività imprenditoriale.

Il diritto giapponese prefigura un ambiente congeniale all'iniziativa imprenditoriale, e le oggettive difficoltà nell'approcciare questa dimensione del Giappone sono dunque di natura differente: culturale, politica e sociale. Per la sua difficoltà, la lingua costituisce, inevitabilmente, una barriera di cui va tenuto necessariamente conto, come va tenuto conto di altre peculiarità dell'ambiente giapponese, quali la la diversa visione del concetto di concorrenza, che in Giappone tende ad essere considerata un elemento di disturbo del mercato, più che di stimolo ad esso.smart_card
Il Giappone è sicuramente un ambiente “chiuso”, se paragonato allo standard cui siamo abituati. Le vere problematiche, dunque, si presentano in face di “ingresso”. Sarà difficile, per un italiano, proporsi come soggetto affidabile cui concedere prestiti, concessioni, permessi, e tutto quanto sia necessario all'avvio di una attività imprenditoriale.
Uno dei maggiori problemi con i quali uno straniero si può scontrare, sia in fase di avvio di un'attività, sia ad attività già avviata, è proprio la difficoltà nell'ottenimento di prestiti e finanziamenti. Anche disponendo di un capitale e di un reddito, ovvero di solide garanzie di natura economica, uno straniero si vedrà spesso opporre un diniego; è in questi casi che si palesa la diffidenza, di matrice culturale, nutrita dai giapponesi nei confronti degli stranieri. Anche ponendo di riuscire ad avviare una determinata attività commerciale, magari disponendo di un capitale sufficiente, nel cao si presentassero congiunture negative o momentanee difficoltà di natura economica, rivolgersi agli istituti finanziari ed ottenere un sostegno risulterà piuttosto complicato.
Oltre al possesso di un “capitale” sufficiente a fare da garanzia economica all'avvio di una attività, risulterà praticamente necessario avere una “spalla”: un (o una) giapponese di fiducia, cui fare affidamento per gli aspetti legali e per gli ostacoli di tipo informale che l'ambiente socio-politico giapponese spesso presentano ad uno straniero. Spessissimo, i pochi italiani che riescano ad avviare con successo una attività commerciale su suolo giapponese la intestano al coniuge giappoOsakaese, o cercano un partner giapponese di fiducia, il che, se da un lato attenua i problemi di cui sopra, dall'altro ne pone altri ancor più seri, legati all'effettiva buona fede ed alla solidità del rapporto con il proprio “socio” o “titolare nominale” dell'attività avviata.

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