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Go

Secondo un’antica tradizione il gioco del Go fu portato in Giappone dal Gran Ministro Kibi, ritornato dalla Cina con il meglio della cultura dell’antica dinastia Tang, insieme ad arti quali la calligrafia (shodò) e la cerimonia del tè (cha-dò). Così, dopo più di venticinque secoli di vita, questa onorevole disciplina fece alfine ingresso in Giappone, nell’arcipelago che ne avrebbe evoluto lungo quattordici secoli estetica, tecnica, filosofia e materiali fino al massimo livello allora concepibile, ed oltre. L’amore che il Giappone profuse in questo gioco fu tale che esperti del Go vennero insigniti di titoli e vitalizi, conquistandosi il diritto di insegnare agli imperatori regnanti e di giocare di fronte allo Shogun (governatore militare detentore del potere esecutivo) in carica. I verbali conservati fino a ora delle partite disputate dai capi delle maggiori case di esperti di fronte allo Shogun costituiscono la raccolta delle Partite del Castello, prezioso documento sul costume e le tecniche di gioco dal XVII secolo in poi. Il livello del gioco dimostrato da questi classici ci rivela la maestria di questi antichi giocatori, tale da richiedere una competenza profonda e ad alto livello per essere apprezzato appieno.
L’evoluzione del gioco ha proseguito ininterrottamente per tutto il XX° secolo, fino a vedere l’arrivo sullo scenario internazionale di nazioni oggi fortissime come la Corea del Sud e la Cina continentale, molto avvantaggiate rispetto a Taiwan e Singapore. Lontanissime, all’orizzonte, si profilano le compagini occidentali, USA, Russia, Romania, Olanda, Germania, Francia, eccetera, a completare il panorama del gioco di scacchiera ad informazione completa più antico e più giocato della storia dell’uomo. In Europa nuclei di giocatori esperti si formarono in Austria (dove si pubblicò il primo periodico occidentale dedicato al gioco, all'inizio del ventesimo secolo) ed in Olanda, ma il livello del gioco in Europa era (ed è ) molto distante da quello giapponese.
E' ancora in Giappone che si introducono, pedaggi dei tempi moderni che incalzano anche le discipline tradizionali, gli orologi da scacchi (per assicurare ad entrambi i giocatori il medesimo tempo a disposizione durante la partita) e le sospensioni delle partite con mossa sigillata in busta chiusa (per assicurare che, in partite lunghe che si estendono per più giorni, nessuno dei contendenti possa avvalersi della sospensione per riflettere sulla propria mossa imminente).
L'influenza del gioco sulla cultura occidentale è molto legata ad opere che lo hanno fatto conoscere al grande pubblico, come Il Maestro di Go di Yasunari Kawabata (autore premio Nobel per la letteratura, famoso il suo carteggio con Yukio Mishima) ed al notissimo 'Il gioco delle perle di vetro' di Herman Hesse, alle partite giocate nei film "A beautiful mind" di Ron Howard e "Pi - Il teorema del delirio" di Darren Aronofsky. Nel 2005 , l'Imperial War Museum di Londra ha commemorato il cinquantenario del bombardamento atomico di Hiroshima esibendo nella sala principale una famosa partita, fase finale di un importante torneo, che si giocava alla periferia della città giapponese (gli alberghi del centro ritenuti a ragione pericolosi) e che fu interrotta dalla detonazione dell'odigno nucleare, divenendo la famosa "Atomic bomb game".
Il materiale da gioco, pur restando composto da 361 pedine circolari (181 nere e 180 bianche) e da un tavoliere di gioco con impressa una griglia di 19x19 linee (per un totale di 361 intersezioni), ha conosciuto nel corso dei millenni una marcata evoluzione, dalla preziosa giada impiegata presso la corte imperiale del Celeste Impero fino alle “moderne” varianti che vedono conchiglia (lavorata in forma lenticolare) per ricavare le pedine bianche e pietra nera per le pedine nere. Il tavoliere può essere spesso fino a 12 pollici ed è tradizionalmente ottenuto da un unico pezzo di legno pregiato che nei migliori dei casi è un albero di Kaya ( Torreya Nucifera) antico di 500-700 anni.
Corredi da gioco di questo pregio sono naturalmente oggi molto costosi, spesso (specie in occidente) portando a ricorrere a pedine di vetro o plastica ed a scacchiere di laminato di “usuale” sottigliezza, anche se il corredo tradizionale composto da pedine minerali o animali, come avorio o giada, su scacchiera vegetale rimane apprezzato e diffuso ove è possibile permetterselo.

di Sandro Dunatov